Patogenesi. Dialoghi Co(s)mici
NOTA DI REGIA.
Questi Frammenti sono stati ispirati dall'analisi transazionale di E. Berne, ma si muovono con una certa libertà rispetto alla sua teoria e prassi psicoterapeutica. Il loro obiettivo, forse, è un po' più filosofico. Potrebbero definirsi dialoghi socrateschi, ma in una accezione ereticale, rispetto al significato codificato da Platone per i suoi scopi. Onestamente, questi frammenti si prendono gioco della teoria transazionale dei giochi di Berne, ma lo fanno in direzione di una volontà di smascheramento comico degli stessi che non lasci al terapeuta la risposta, ma al pubblico, che può decidere come e se rispondere. Si pongono sempre questioni a carattere metafisico, necessariamente. Tra marito e moglie. Tra sovversivi e tradizionalisti, tra Dio e trapassati. Ma siamo tutti strani clown che portano nella loro memoria ancestrale le tracce di un passato senza presente che neanche sospettiamo.I.Scena deserta. Silenzio. Entra il Persecutore. Cerca in giro, non vede nulla. Va in quinta, protesta. Torna in scena con una sedia. Si sistema e guarda il pubblico.P: Io so cosa pensate tutti. Che gli errori sono facili da commettere e che può capitare a chiunque. E invece no! Non è così che vanno le cose. Che cosa, poi, sono gli errori se non torti che vengono commessi contro di te? Subisco torti da una vita, chiunque sembra stia lì in agguato per farmene, di torti, il che mi obbliga a reagire, non sono fesso io.Che cos'è la famiglia se non un organismo basato sulla cooperazione, sulla collaborazione? Mia moglie è una frana, d'accordo, ma io sono convinto che certe cose me le faccia apposta. Non vuol fare mai niente, quella; io le affido un compito e lei che fa? Combina un casino! Quella volta che deve fare una cosa la fa male e le conseguenze sono disastrose! Non capisce che dovrebbe essermi grata: io lavoro tutto il giorno, mi faccio in quattro per mantenerle un tenore di vita che altrimenti si sarebbe sognato...ebbene, cosa fa lei? Niente - sta lì, come una scema, incapace di prendere iniziative, di avere un po' di entusiasmo. Una cretina inetta, ecco cos'è mia moglie.Ed ecco perché, stupida com'è, ha bisogno di me che le dico quello che deve fare, che deve pensare, come e quando deve respirare.O hai il controllo o sei perduto, naufraghi!Ma che stavo dicendo? Ah, il casino che ha combinato!Orbene, le presto la mia auto. La lavo, pure, sembrava nuova fiammante, lei tutta contenta, dice, esce e va'.Quando torna, tutto normale. Ma un mese dopo mi viene recapitata una multa a casa -anzi, non una multa ma ben tre multe in una! Che aveva combinato? Aveva parcheggiato nello stallo per disabili, l'aveva fatto salendo anche sul marciapiede con due ruote e poi, non contenta aveva stracciato in faccia al vigile urbano il verbale. Che stronza isterica. Una vita così, a fare scemenze una dietro l'altra, lei e la sua maschera di insicurezza, la sua nevrosi tutta al femminile. 15 anni di matrimonio e 7 di fidanzamento a controllare che non commetta errori, stupidaggini, vuota com'è.Abbiamo pure due figli, Roger e Samantha, splendidi se non fosse che lei li sta rovinando. Roger ha 14 anni e fa il bimbominchia, dicono; Samantha ne ha 12 e a scuola, come suo fratello è un disastro.Li ha rovinati, con la sua debolezza e accondiscendenza, e ne ha fatti due promesse dell'imbecillità giovanile contemporanea. Che schifo.Io sono uno preciso, tutto d'un pezzo, attento ai particolari, ordinato, generoso e desidero, anzi pretendo di essere ricambiato, rispettato e obbedito!Vittima. Entra dalla quinta con un'aria triste e affranta, depressa cronica.V. Tutta la mia vita è una sconfitta. Sono perseguitata dalla sfortuna, e il mondo fa schifo. Questa è stata la prova definitiva del mio fallimento, come moglie, madre, donna. Non fossi mai nata! Da quando sono nata, so di essere stata un peso per i miei genitori, e del resto come avrebbero potuto amarmi? Lo so, perché da piccolissima mia nonna materna non faceva altro che ripetermi che ero un dono del Signore perché mamma e papà non si aspettavano che arrivassi e che perciò li avevo gettati nello scompiglio.SCOMPIGLIO. Questa parola non la capivo, ma siccome mia nonna, che era una specie di attrice, la diceva così: ssscoooompiiiiiglioooooo!!!, con un vocione cavernoso da fumatrice, io sprofondavo nel terrore, un terrore incomprensibile per un adulto, ma io ne ero sopraffatta.Questa parola mi ha perseguitata per decenni. Perseguitata perché, mi dicevano, TU GETTI NELLO SCOMPIGLIO; COS' È QUESTO SCOMPIGLIO CHE HAI COMBINATO; SEMPRE A FAR SCOMPIGLIO. Una tragedia. Ero diventata quella parola terribile.Tutto cominciò quando avevo 7 anni.Mio padre mi affidò la sua e solo sua cagnetta da portare a passeggio.Era domenica.Mentre sono sul marciapiede con Lilli che mi arranca dietro vedo Giovanna, la mia compagna di banco poco più lontana. Corro verso di lei per raggiungerla. Chiacchieriamo, poi lei se ne va. Mi giro per cercare Lilli, e Lilli non c'è.Panico. La chiamo. Non la vedo, non risponde. Corro verso casa e ho una visione orribile.Mio padre è in mezzo alla strada. Sta guardando qualcosa sull'asfalto. Lilli agonizzante, era stata investita da un'auto.Lui è immobile con lo sguardo su Lilli. Poi gira la testa e mi vede. Mi fissa con una faccia di ghiaccio.Da allora in poi è come se la mia vita si fosse trasformata in un mostro orrendo. Porto scompiglio. (Piange).P: Sei una cretina. Ti sei condannata da sola. Eri solo una bambina, perché quell'imbecille di tuo padre ti ha affidato la sua cagnetta?V: Lascia stare mio papa', che ne sapeva lui?P: Come che ne sapeva? Avrebbe dovuto prevedere quello che sarebbe successo affidando una bestiola ad una bambina!V: No, non è così- la responsabilità era mia.P: Certo, ma eri troppo piccola.V: E allora tu? Non mi condanni per lo scompiglio che HO provocato?P: Io non ti condanno, stupida, cerco di farti capire...V: Stammi a sentire, stronzo, non ne posso più di te che mi dici continuamente cosa e come devo fare le cose, ossessivo del cazzo che sei! Ho una vita d'inferno, io, lo capisci?P: Ma se non fai un cazzo tutto il giorno - una volta le amiche, quelle zoccole, una volta il parrucchiere, frocio, una volta il teatro, che palle, e una volta la mia auto, che disastro-V: Ecco, vedi, miserabile che sei, vedi, come mi rinfacci le cose??? Non solo, ti diverti anche a insultare le persone che conosco, a disprezzare ogni cosa che faccio, sei un pezzo di merda, ecco che sei!P: Non parlarmi così, come puoi? Dopo quello che ho fatto per te - se non t'avessi portata via da casa saresti rimasta in prigione coi tuoi tutta la vita, quei due rincoglioniti...V: Vuoi piantarla?P: Porti scompiglio!V.: Basta!P: Scompiglio!V: (PIANGENDO) Ti odio.ENTRA IL SALVATORE.P: Ci deve essere un piano per la giornata come per la vita, agire in base a progetti razionali, in modo tale da non doversi trovare impreparati di fronte alle avversità. D'altra parte, le avversità nella vita non si possono sempre prevedere, ma si possono prevenire... Ogni singolo dettaglio deve essere calcolato, previsto, pianificato in modo tale da essere sempre pronti, efficienti, sicuri di non fallire...poi arrivi tu ed è lo scompiglio...S: Signori, per favore, calmatevi.V: Mi aiuti, la prego, sono devastata...non fa che rimproverarmi, maltrattarmi, come da una vita tutti mi maltrattano, annullando la mia personalità...S: Si calmi, su... vediamo di risolvere questa situazione incresciosa...qui è la comunicazione che sta venendo meno ed io posso aiutarvi a risolverla, basta solo un po' di pazienza, no?P: Faccia qualcosa, lei mi sembra una brava persona, l'aiuti, la persuada a cambiare, a me del resto pare incorreggibile.V: Lei, solo lei può essere il mio salvatore... dica a mio marito che non può continuare a vessarmi, io sono la vittima di circostanze che non posso gestire... S: Signora cara, vede, è necessario, per il bene suo, vostro e dei ragazzi, mantenere un equilibrio emotivo nella coppia che tenga salda la famiglia e sia d'esempio...V: Cioè?S: La coppia vive di sani compromessi, che servono ad alimentare la stima e l'amore reciproci.V e P: Si spieghi più concretamente...S: Ecco: Lei, signora ha un atteggiamento difensivo che nuoce a lei stessa, in primis. Se continua a pensare che il mondo ce l'abbia con lei, immancabilmente si troverà a dover affrontare gli attacchi immaginari che il mondo crede le sferri contro.V: Sarei pazza?S: Ma no...P: Mi scusi, ma non è forse vero che il mondo, la realtà è fatta di pericoli, di minacce costanti che turbano gli equilibri delle persone, delle famiglie...S: Niente affatto, mio caro amico, niente affatto.V: Si spieghi per favore...P: Mia moglie combina guai. Io cerco di tenerla sotto controllo, primo perché è imbranata, secondo perché là fuori tutto è assurdo...S: No, no. Non è così. E ora ve lo spiego.Vedete, sia lei, caro signore, sia lei cara signora, siete in errore. Ognuno di voi è intrappolato nella sua presunzione, e crede, in un modo o nell'altro, di avere ragione.Ma la ragione è altrove, per così dire. Lei, caro signore dovrebbe essere più comprensivo e rendersi conto che le debolezze di sua moglie non sono colpe, ma piccoli errori da perdonare. Lei signora, invece, pensi a stare più attenta e evitare di irritare suo marito, non faccia la vittima e guardi la realtà con più positività...V: Ma che significa, mi scusi. Io so che non è bene irritare nessuno, mica lo faccio apposta, mi capita, perché sono sfortunata...P: Lei è sfortunata, dice, ma guardi, caro signore che io sono già tanto comprensivo...S: Non proprio. Il rapporto di coppia è fatto di compromessi, di tolleranza reciproca, l'amore è la cosa più importante...P: L'amore? Ma chi lo mette in discussione?V: Io amo mio marito, ma che c'entra?S: Intendo dire che è l'amore che sta alla base dei compromessi, come fate a non capirlo?Basterebbe che in nome dell'amore che l'uno porta per l'altro, si sorvolasse sopra i vizi, gli errori, il cattivo umore, il cattivo carattere...V: Io sono una persona sfortunata, una fallita, amo quest'uomo e forse ho commesso l'errore di essere sua moglie...P: Io amo mia moglie, ma sicuramente devo correggerla e metterla sulla giusta strada...S: Ecco, vedete, l'amore vince tutto.V: Ma che sta dicendo? Non capisce che la mia vita è finita, distrutta proprio a causa dell'amore, maledizione?P: Lo vede? Lo vede? È irrecuperabile, completamente irrecuperabile.S: Ma l'amore può salvarvi, signori, non capite? Venirsi incontro, trovare l'uno nell'altro sostegno, solidarietà, complicità...V: Tutte banalità, io sono disperata... (Piange a dirotto).P: Tu sei scema, scompigli la mia vita...S: Signori, vi prego... vi preg...( P. LO SPINGE VIA CACCIANDOLO IN MALO MODO, TAFFERUGLIO, V. CERCA DI FERMARLO, MA POI SI ALLEA CON P. E CACCIA VIA S. URLANDOGLI CONTRO. FERMO IMMAGINE).II.L'Adulto il Genitore il Bambino.LA SCENA È DESERTA. L'ADULTO IL GENITORE E IL BAMBINO SONO SEDUTI SU TRE SGABELLI FRONTE PUBBLICO. OGNI VOLTA CHE UNO DI LORO PARLA LA LUCE SI ACCENDE SU DI LUI, LASCIANDO GLI ALTRI AL BUIO.G: Ho avuto modo di capire, nel corso degli anni, che la famiglia non è solo un valore aggiunto, ma lo scopo stesso della vita.A: Sono d'accordo, tuttavia la famiglia non è il solo scopo della vita. Ci sono cose che fanno dell'esistenza di una persona qualcosa di importante e realizzato anche senza la famiglia.G: Ad esempio?A: Un lavoro dignitoso, una posizione sociale ed economica agiata, certezze per l'avvenire...Farsi una posizione sociale ed economica conferisce valore alla vita e il rispetto che ne deriva dona a questa la sua dignità. Possedere, avere, sono non lo scopo, ma certamente il mezzo, per essere riconosciuti cittadini e uomini...B: Sciocchezze.G: Prego?B: Ho detto, sciocchezze?G: Vuoi dire che tu hai detto sciocchezze? Ma non hai ancora detto che "sciocchezze"...B: Che spiritoso. Voi dite sciocchezze.G: Ah-ah. E perché staremmo dicendo sciocchezze?A: Perché, secondo te, diremmo sciocchezze?B: Ma non vi accorgete che non fate che ripetere una stupida egoistica filastrocca borghese, retorica e fasulla?Uno dice che la famiglia è tutto. L'altro che è quasi tutto e rincara la dose di sciocchezze dicendo che il modello di vita borghese con il suo ottuso egoismo, con l'idiota ricerca del benessere, con l'insulso senso dell'onore, della moralità e tutte le altre bestialità piccolo borghesi, di cui la famiglia è l'espressione più decrepita e bugiarda...A: Fermati un istante. Io non ho parlato di borghesia, ma di dignità, di vita...G: Anch'io. E poi, scusa, ma che c'è di così malvagio nell'essere borghesi, nell'aspirare al bene collettivo per mezzo del proprio benessere, assicurando peraltro un avvenire ai figli?B: Ma non vi accorgete della realtà?A: Ah, Ah, Ah... senti chi parla di "realtà", giusto lui che fa il sovversivo controcorrente...B: Appunto, stupido. La realtà infatti, siete voi che non sapete vederla. La famiglia prima di tutto è un aggregato di individui che cercando di compensare il vuoto reciproco delle loro esistenze decidono - e sarebbe da vedere quanto è vero che "decidono" o non sono piuttosto condizionati - di coabitare, prendendo possesso l'uno dell'altro, anzi prendendo possesso l'uno degli organi sessuali dell'altro. Poi, giacché vengono da famiglie pure loro, sono nevrotici, isterici, narcisisti, ossessivi, paranoidi, schizoidi, frustrati insomma, depressi patologici, e in nome del cosiddetto amore si tormentano a vita, incompatibili tra loro, e se figliano scaricano su piccoli marmocchi impertinenti e impossibili da educare le loro miserie quotidiane e le loro patologie. A loro volta poi, i marmocchi crescono e diventano degli imbecilli vanitosi, narcisisti ossessivi depressi schizoidi eccetera. Che specie di società ne viene fuori? Una società di balordi minacciati dalla depressione cronica, dalla possibilità di non poter adeguarsi ai modelli malsani e aberranti che propone, e questo perché la stessa società è contraddittoria e malata: pretende di funzionare politicamente, economicamente, amministrativamente grazie a individui che si aggregano con in comune nevrosi e psicosi d'ogni genere, egoisti, bugiardi, opportunisti, ambiziosi, corrotti - perché no - il cui unico interesse è il proprio benessere se non la ricchezza. Che schifo. A: Che quadro deprimente e irreale.G: Che razza di pazzo sei tu?B: Io non sono pazzo, i pazzi siete voi, brutti ignoranti e ipocriti.A: Calma, eh? Calma. Proviamo a ragionare. Tu giustamente accusi la società di essere malata. Ma chi costituisce la società? Le persone. Quindi le persone sono malate perché nascono e crescono in una società patogena che perpetua le sue patologie. E questo è quello che sostieni. Ma non ti accorgi che c'è un circolo vizioso in quel che dici? Dunque: le persone prima di tutto NON SONO TUTTE DISTURBATE E MALATE. Certo ognuno ha i suoi problemi, è vero, ma ciò non significa che questi problemi abbiano un peso così grande da corrompere l'intero corpo sociale. Poi, la famiglia è la cellula della società, almeno così è sempre stato. Se pensi che il PRINCIPIO della famiglia sia aberrante, sbagli. Non è il principio che è sbagliato ma certo uso che ne fanno certe persone. Vero è che la famiglia in certi casi diventa un habitat insopportabile, ma non è colpa del principio, ma delle persone che non lo sanno applicare, che non lo comprendono, capisci?G: La famiglia in sé non esiste, esistono le famiglie, quelle concrete, reali, che ogni giorno lottano con la quotidianità, che si confrontano, che reagiscono alle contrarietà, che costruiscono giorno per giorno la loro vita e così contribuiscono al bene comune, al miglioramento della società, dello Stato, del mondo, perché no?B: Che risate che mi fate fare voi due, che risate! Vi siete fissati a propagandare principi e non vi accorgete che parlo di persone, io, sì, di persone. La cosiddetta famiglia, è vero, come principio non esiste, e allora perché le famiglie "vere", concrete, reali esisterebbero? Sono aggregati arbitrari basati sull'abitudine assurda di perpetuarsi figliando. Si figlia perché si ama? Ok, ma qual è il risultato nel concreto contesto sociale? Fornire manodopera allo Stato, soggetti che dovranno pagare un debito che già contraggono appena nascono, in denaro ed in energia vitale e psichica. Ma dico, vi rendete conto che lo Stato, la società condizionano l'individuo a fornirgli anima e corpo da consumarsi preferibilmente entro la data di scadenza indicata nel DNA???A: Sei davvero spassoso. Hai una visione paranoide del mondo e nemmeno te ne accorgi. Sii responsabile per te stesso, prima di tutto. Sii custode tu, in prima persona, della rettitudine, dell'onestà, del bene in generale insomma, non puoi sovvertire l'ordine sociale, ma puoi migliorarlo, certo non con questo atteggiamento infantile, ribelle e sterilmente critico.G: Bisogna responsabilizzarsi per il bene delle persone che si amano e di quelle che sono distanti da noi, per il bene comune. Anche se non possiamo preoccuparcene direttamente, il bene comune si persegue e ottiene, si spera, grazie alla cooperazione indiretta della famiglia, delle famiglie. Poi il resto lascialo fare ai politici, ai banchieri, agli esperti...B: Sapete che vi dico? Mi avete stufato, conformisti di merda che siete! Parlate dei politici, dei banchieri, degli esperti...ma esperti di cosa? Di come arricchirsi con qualsiasi mezzo a disposizione, a spese degli imbecilli che credono ancora nel "bene", nella politica, nell'economia, nella società. Viviamo in una società di belve con gli smartphone e figli assetati di nulla!!!A: Sei esagerato, anzi, sei tu ad avere una visione malata delle cose, perché tu sei il malato!G: Quando ti deciderai a crescere, finalmente, forse ti renderai conto di come stanno realmente le cose, ti responsabilizzerai, ti farai una tua famiglia e la smetterai con tutte queste stupidaggini da pazzo!B: Andate al diavolo voi e quelli come voi, vi odio tutti. ( Esce).A: Non crescerà mai.G: Potevamo essere un po' più accondiscendenti però.A: Non sarebbe servito a niente. Troppo testardo.(Escono insieme).III.(Liberamente ispirato ad uno scritto di Emanuele Severino).DIO E I DUE TRAPASSATI.DIO: Figlioli, voi avete disobbedito alle mie leggi e quindi vi condanno senza possibilità di appello all'inferno per l'eternità.I TRAPASSATO: Perdonaci Dio, ma avremmo una obiezione da farti.II TRAPASSATO: Sì, una obiezione e forse anche più.DIO: Davvero? Sentiamo queste obiezioni.I TRAPASSATO: Chi comincia?II TRAPASSATO: Comincia tu.I TRAPASSATO: No tu.II TRAPASSATO: Eravamo d'accordo...DIO: Insomma, vi decidete? Non avete tutta l'eternità per seccarmi, voi due.I TRAPASSATO: Va bene, non ti adirare, parlo io.DIO: Alla buon'ora.I TRAPASSATO: Caro Dio...no...non è una lettera...Mm...Signore, ascoltaci...II TRAPASSATO: Ma sei scemo? Che fai parli come la Bibbia?I TRAPASSATO: Perché no? Non parla Lui così?II TRAPASSATO: Sì, ma tanto tempo fa, ora siamo...DIO: Adesso basta, cosa siete clown?I TRAPASSATO: No, Signore siamo due trapassati.DIO: Fino a prova contraria, ammesso che esista, siete due peccatori.I TRAPASSATO: Verissimo, Signore, ma abbiamo peccato nell'ignoranza!DIO: Ah, questa è buona, nell'ignoranza. Non conoscete i Dieci Comandamenti?II TRAPASSATO: Certo che li conosciamo.DIO: E dunque di che ignoranza blaterate? Sapevate cosa non dovevate fare e cosa fare, avete peccato e ora vi spedisco all'inferno...I TRAPASSATO: Si, ma prima vorremmo sapere da te alcune cose - e questa è la nostra obiezione. Poi potrai spedirci all'inferno. E saremo felici di andarci, perché finalmente ci avrai illuminati.DIO: Bene, parlate.I TRAPASSATO: Sin da bambini ci hanno insegnato i Dieci Comandamenti e che tu ci hai creato donandoci la vita. Poi ci hanno insegnato che la salvezza dall'inferno era merito del tuo Figliolo che è morto per i nostri peccati.DIO: Esatto.II TRAPASSATO: Ora, questi doni che ci hai elargito, in quanto "doni", non erano stati richiesti da nessuno, benché la paura dell'ignoto, del dolore, della morte e la cattiveria degli uomini abbiano suscitato la tua sollecitudine per noi esseri umani.DIO: Esatto anche questo.I TRAPASSATO: Allora, se i tuoi "doni" sono tali, perché dobbiamo restituirteli sotto forma di virtù, cioè di un comportamento giusto, saggio e obbediente? D'altra parte coloro i quali hanno rappresentato le tue leggi non erano sempre giusti e buoni, ma ingiusti e cattivi, tanto da terrorizzarci anche con gli insegnamenti relativi ai tuoi "doni"! Ma questo è poco importante. Te la sbrigherai tu con costoro. Io volevo solo farti osservare che il DONO una volta donato è affare di chi lo riceve. Se resta in qualche modo proprietà del donatore non è più un dono- In altre parole se tu ci doni la vita, o la legge o altro, noi siamo tenuti a farne quello che vogliamo. Diverso sarebbe se invece se tu tutte queste cose ce le avessi PRESTATE. Allora sì saremmo obbligati a restituirtele come ce le hai concesse, e ciò attraverso la virtù, il bene, il giusto ecc.DIO: Ma, dico, siete matti o cosa? Se avessi PRESTATO i miei doni, chi ci avrebbe creduto?II TRAPASSATO: Forse i banchieri?DIO: Quelli fanno il loro lavoro.I TRAPASSATO: Che è quello di arricchirsi...DIO: Saranno puniti, se hanno disobbedito alla mia legge.I TRAPASSATO: Già, ma anche loro forse pensano le stesse cose che pensiamo noi. Anzi le applicano meglio di te. Ti prestano quasi tutto quello che ti serve e anche di più, poi ti mettono in condizione di dover restituire tutto con gli interessi vincolandoti a vita, e forse anche dopo la vita mortale...II TRAPASSATO: In breve, Signore, tu hai deciso di contrarre con noi esseri umani un credito che sai che non avremmo potuto onorare mai e poi mai, perché peccatori nati, nati in debito con Te...I TRAPASSATO: Hai permesso che i nostri progenitori, ignoranti, cadessero in peccato mortale...Poi ci hai voluti salvare per la tua infinita bontà. Ma disobbedendo, nell'ignoranza del peccato, come potevamo salvarci mai?DIO: Ma io ho mandato il mio unico Figlio a riscattare i vostri peccati!I TRAPASSATO: Certo, ma proponendoci, anzi, ordinandoci con amore, di essere obbedienti in un mondo che restava ingiusto, folle contraddittorio, malvagio. Troppe contraddizioni...II TRAPASSATO: Con Lui non hai fatto che rinegoziare il Credito, ma sempre a svantaggio nostro. Infatti il prezzo della salvezza, predicato dal tuo Figlio era la fede che non vacilla, che non dubita mai . Ma questa fede non esiste, non l'ha mai avuta nessuno, perché è impossibile che qualcuno creda senza dubitare mai. Il compito che tu avresti assegnato ad ogni uomo, nella sua vita, che non è sua, ma tua, resta ignorato da questi, e la fede che dovrebbe sostenerlo non è che un atto della volontà, che a sua volta è quel che è: volontà - volontà che può volere il bene come il male, il giusto come l'ingiusto, può scegliere, ma sempre sotto condizioni, ciò che più preferisce! Come puoi affidare la salvezza eterna a quella forza folle, contraddittoria e instabile che è la volontà???DIO: E la Grazia? La Grazia che vi dono perché la vostra volontà non vacilli?II TRAPASSATO: Signore, diciamocelo, è un mito anche quella! Se i santi sono buoni è merito della Grazia meritata, se gli uomini sono cattivi è a causa della loro durezza di cuore, ma allora o la Grazia non funziona bene, o non è per tutti - e se non funziona bene non sei un dio, se non è per tutti sei ingiusto... Troppe contraddizioni e i tuoi preti sono impreparati.DIO: Ma insomma, voi non volete obblighi, vincoli, non avete nessun amore e rispetto per me? Per la mia Gloria? Non avete nessun amore per me che vi ho dato la vita? Io sono la verità, la vita e la via!I TRAPASSATO: Come si può amare ciò che non si conosce, come si può obbedire senza sapere la verità - che non si manifesta mai - solo perché si CREDE? E poi, amarti perché mai deve comportare l'obbligo, pena la dannazione, di sopportare pene, in questa vita, anche terribili?II TRAPASSATO: Credere che nostra madre non ci avveleni con il caffè non è la stessa cosa che credere in Te, Dio. Lì c'è in ballo solo la vita mortale. Qui la vita eterna governata da un Dio che parla come un banchiere!I TRAPASSATO: Infine: se la verità salva, come ignorarla e non possederla fin dalla nascita? Perché esserne all'oscuro? Se ora ce la rivelassi noi saremmo finalmente appagati e non esiteremmo a obbedirti in tutto!Puoi rispondere ora alle nostre domande? Se lo farai noi ci andremo all'inferno, felici di aver finalmente conosciuto la verità assoluta. Ce ne andremo all'inferno conoscendoti davvero. In caso contrario dovremo andarci nella stessa ignoranza nella quale abbiamo vissuto, cioè immersi in una fede che non esiste, in una volontà volubile e cieca. Cosa rispondi? Rispondi!FINE.
